« È con cuore molto pesante che prendo la penna per scrivere queste parole, le ultime con le quali avrò mai più occasione di ricordare al mondo le straordinarie capacità che il mio amico Sherlock Holmes possedeva. »
(Dottor Watson)
Inizia così L'ultima avventura di Sherlock Holmes, racconto contenuto nella raccolta Le memorie di Sherlock Holmes. Queste parole sono del Dottor Watson, assistente ed amico del noto investigatore privato inglese.
Il racconto, in breve, introduce il Professor Moriarty, il cui successo come antagonista del detective andrà oltre quanto scritto da Arthur Conan Doyle (verrà infatti utilizzato nelle molte fiction, televisive e cinematografiche, prodotte negli anni successivi). Viene descritto come nemico formidabile, che dietro la facciata di filantropo (facciata che, in un certo senso, manterrà anche nella Lega degli Straordinari Gentlemen, il famoso fumetto scritto da Alan Moore e disegnato da Kevin O'Neill), gestisce, in realtà, una vasta organizzazione criminale, contro la quale Holmes ha raccolto abbastanza prove da causarne la conclusione. Per concludere degnamente l'opera, però, l'asciutto investigatore affronta, in Svizzera, Moriarty a viso aperto e, a quanto sembra, cade insieme al suo nemico, tra le cascate del Reichenbach nelle Alpi svizzere. Prima, però, lascia al suo amico Watson una lettera con alcune, precise istruzioni:
« Mio caro Watson
Le scrivo queste poche righe grazie alla cortesia del signor Moriarty che gentilmente aspetta che io abbia terminato prima di discutere circa le questioni in sospeso fra noi. Mi ha illustrato brevemente il modo in cui ha evitato la polizia inglese e si è tenuto al corrente dei nostri spostamenti. Confermandomi così l'altissima opinione che mi ero fatta delle sue capacità. Sono lieto di pensare che potrò liberare la società da ulteriori effetti della sua presenza anche se, temo, a un prezzo che addolorerà i miei amici e specialmente lei, mio caro Watson. Comunque, le ho già spiegato che, in ogni caso, la mia carriera era arrivata a un punto critico e che nessun'altra conclusione potrebbe andarmi meglio di questa. Anzi, per dirle tutta la verità, ero sicurissimo che la lettera da Meiringen non fosse che un trucco e la lasciai andare solo perché ero convinto che ci sarebbero stati degli sviluppi. Dica all'ispettore Patterson che i documenti che gli occorrono per mandare in galera tutta la banda, si trovano nel casellario M, dentro una busta azzurra su cui è scritto «Moriarty». Ho lasciato precise disposizioni circa i miei averi prima di lasciare Londra, e le ho consegnate a mio fratello Mycroft. La prego di dare i miei saluti alla signora Watson e mi creda, amico mio,
il suo affezionatissimo »
(Sherlock Holmes)
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