Nero Wolfe

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† B.B. †
view post Posted on 26/1/2010, 09:28     +1   -1




Nero Wolfe è un personaggio di fantasia nato dalla penna dello scrittore statunitense Rex Stout; ha fatto il suo debutto nel 1934. L'assistente privato di Wolfe, Archie Goodwin, ha documentato i casi del detective in 33 romanzi e 39 romanzi brevi; i gialli coprono un arco di tempo che va dagli anni trenta agli anni settanta, e la maggior parte di essi è ambientata a New York City.

Il corpus letterario di Nero Wolfe è stato nominato come Miglior Serie del Mistero del Secolo al convegno Boucheron 2000; Rex Stout è stato nominato come Miglior Scrittore del Mistero del Secolo. Numerose adattazioni radiofoniche, televisive e cinematografiche si sono susseguite negli anni.

Nella finzione Nero Wolfe nasce nel 1893, il 17 aprile ed è di origine montenegrina. Nei primi romanzi il luogo di nascita è Trenton (New Jersey), in seguito Stout decise di farlo diventare montenegrino a tutti gli effetti e in The black mountain ("Nero Wolfe fa la spia") vediamo Wolfe tornare al suo villaggio natale nel Montenegro.

L'io narrante dei romanzi di Nero Wolfe è il suo assistente e tuttofare Archie Goodwin, ormai abituato al suo eccentrico datore di lavoro che definisce "mio signore e donno[1]".

« Wolfe alzò il testone. Mi soffermo su questo, poiché ha una testa così grossa che l'atto di sollevarla dà l'impressione di una fatica non indifferente. In realtà dev'essere ancora più grossa di quel che sembra; infatti il resto della sua persona è così enorme che qualunque testa, che non fosse la sua, scomparirebbe letteralmente su quel corpo.[2] »


Nero Wolfe pesa intorno ai 150 kg ("un settimo di tonnellata"), è un raffinato buongustaio, assai pignolo, e considera il lavoro alla stregua di un indispensabile fastidio che gli consente di tenere un alto tenore di vita; è moderatamente iroso, non parla di lavoro a tavola e, pur avendo una vasta clientela femminile, è fortemente misogino; coltiva rare orchidee nel giardino pensile della sua casa (un elegante palazzo in arenaria) situata al numero 918 della 35a strada ovest di New York. Conduce orari di lavoro rigidissimi (non dedica infatti a tale attività un minuto in più del previsto, cosa che sottrarrebbe tempo alle altre attività, la coltivazione delle orchidee e il mangiare).

È specializzato nella risoluzione di intricati casi di omicidio che scioglie stando comodamente seduto a rimuginare sull'ampia poltrona del suo studio o beatamente affaccendato a curare le proprie piantine. Infatti l'investigatore non lascia quasi mai la propria abitazione (se non in pochissimi casi e mai per lavoro), abituato com'è a spostarsi tra tre vani ben distinti: la cucina, lo studio, ed esclusivamente tra le 9 e le 11 e tra le 16 e le 18, la serra privata (all'ultimo piano dell'abitazione). La disposizione dei vani, così come degli arredi e suppellettili, sono rigorosamente descritti da Stout, ed insieme alle inviolabili e immutabili abitudini, orari e regole di casa Wolfe, sono nel loro insieme una caratteristica fondamentale e comune di tutti i romanzi di Nero Wolfe.

È quindi Archie Goodwin a recarsi sui luoghi del delitto, a interrogare testimoni o parenti della vittima (salvo i casi in cui questi siano disponibili a recarsi alla casa di Nero Wolfe per essere sentiti da lui direttamente), tenere sotto controllo e pedinare sospetti, e molto altro svolgendo quindi le funzioni di "gambe" e "occhi" del suo principale.

Di tanto in tanto Stout ha prodotto romanzi ambientati al di fuori della famosa casa di arenaria (Alta cucina, La guardia al toro... ), ma in essi è sempre ben specificato come Wolfe si sia mosso dal suo domicilio per una causa ben diversa (un'esposizione floreale, un congresso di chef... ) e poi rimanga coinvolto in un'inchiesta.

Gli altri personaggi abituali dei romanzi di Nero Wolfe sono il giardiniere Theodore Horstmann, che con Wolfe si occupa della cura delle orchidee, il fido cuoco svizzero Fritz Brenner (alter ego culinario dell'investigatore dell'alta cucina del delitto). Tutti questi, come anche Archie Goodwin, vivono nella casa di Nero Wolfe.

Collaboratori occasionali sono gli investigatori Saul Panzer, Fred Durkin e Orrie Cather.

Dopo la morte di Stout (1975), il personaggio di Wolfe è stato ripreso da Robert Goldsborough in sette romanzi, pubblicati anche in Italia.

Più volte nella comunità di giallisti e fan del corpulento detective è emersa la curiosa teoria che Wolfe sia figlio di Sherlock Holmes e Irene Adler, la scaltra e spregiudicata avventuriera che riesce a beffare l'investigatore di Baker Street nel racconto "Uno scandalo in Boemia". L'ipotesi di un figlio "segreto" di Holmes e della Adler appariva anche nel film per la televisione "Sherlock Holmes a New York" (con Roger Moore e Patrick McNee) dove però questi non veniva chiaramente indicato come Wolfe. La pinguedine sembra essere un tratto caratterizzante della famiglia Holmes, non presente in Sherlock probabilmente per il suo consumo di droghe (Mycroft Holmes, suo fratello è descritto come massiccio e imponente) e questo sembrerebbe validare l'ipotesi. Philip J. Farmer rese tale parentela parte del suo "universo-pastiche" di Wold Newton, mentre lo scrittore John Lescroart scrisse due romanzi il cui protagonista Auguste Lupa veniva presentato come una sorta di "Giovane Nero Wolfe". Si può ritenere valida, comunque, l'ipotesi che lo stesso autore abbia voluto sottendere un legame fra i due personaggi, scegliendo un nome -Nero Wolfe- che ha lo stesso numero di sillabe e la stessa sequenza di vocali del nome "Sherlock Holmes".
 
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