Vagabond

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† B.B. †
view post Posted on 28/1/2010, 00:32     +1   -1




Vagabond è un manga scritto e disegnato da Takehiko Inoue, realizzato ispirandosi al romanzo "Musashi" di Eiji Yoshikawa, che narra le vicende relative al ronin Musashi Miyamoto.

La serializzazione del manga, in Giappone, è iniziata nel 1998, sulle pagine del quindicinale Weekly Morning, per poi giungere alla pubblicazione dei tankōbon nel 1999, ad opera della Kodansha.
In Italia, invece, Vagabond è edito da Panini Comics (Planet Manga), in due differenti edizioni: la prima, la cosiddetta "edizione regolare", arrivata nelle fumetterie nel maggio del 2000, è costituita da volumi che contengono meno pagine di quelle presenti nel tankōbon originale; la seconda, "Vagabond Deluxe", consta invece di volumi di formato e contenuto uguale a quelli nipponici. Quest'ultima, data alle stampe circa 4 anni dopo la precedente, è in ritardo rispetto ad essa nella narrazione.

L'autore, Takehiko Inoue, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per quest'opera, tra cui il 24° Premio per il miglior manga della Kodansha, nel 2000, e l'Osamu Tezuka Culture Award nel 2002.

Vagabond è un manga ambientato in Giappone nel XVII secolo, subito dopo la fine della battaglia di Sekigahara, che vide la vittoria di Tokugawa Ieyasu; esclusi alcuni flash-back e digressioni, la storia narrata procede dall'anno 1600 in poi, col racconto delle vicende incorse a varii personaggi, tra cui spiccano, come protagonisti, Musashi Miyamoto e Kojirō Sasaki, due formidabili kensei giapponesi realmente esistiti.
Non sono gli unici personaggi a trovare riscontro nella realtà, però, poiché ad essi possono aggiungersi, senza realizzare un elenco completo: il monaco Takuan, ovvero Soho Takuan; Ito Ittosai, altro spadaccino molto noto; Gonnosuke Musoh, esperto di arti marziali, e molti altri, compresi ovviamente anche Inei Hozoin ed i rappresentanti del clan Yagyu, come Sekishūsai Muneyoshi Yagyu.

Non mancano nell'opera i riferimenti storici, oltre che nella constestualizzazione storica e cronologica, anche nei discorsi e nelle battute di alcuni personaggi. Ad esempio, dopo esser entrato nel territorio della Yagyu, Musashi spiega a Jotaro come già dagli alberi che li circondavano, molto vecchi, si poteva intuire l'abilità non solo da spadaccino ma anche da politico del capo della famiglia Yagyu, in grado di non farsi coinvolgere nei conflitti che da decenni affliggevano quella parte del Giappone. In un'altra occasione è Seijuro ad affermare che è ormai passato il tempo del dominio della scuola Yoshioka, e che è iniziato il periodo degli Yagyu.

È il 21 ottobre del 1600, e la battaglia di Sekigahara si è conclusa. Al suolo, sopravvissuti in mezzo a cadaveri ed armi, si trovano Takezo Shinmen e Matahachi Honiden, due amici arruolatisi nelle file di Toyotomi nella speranza di ottener gloria nella battaglia. Così inizia Vagabond.
I due ragazzi si trovano a dover affrontare molti pericoli, per tornare al villaggio Miyamoto, da cui provenivano; difatti, gli appartenenti alle truppe sconfitte venivano cercati sia dagli abitanti delle zone limitrofe al campo di battaglia, per vendetta, sia dai soldati vincitori, che cercavano i nemici per eliminarli. Sulla strada per il ritorno, feriti ed ammalati, vengono raccolti e salvati da due donne, Oko e sua figlia Akemi. Ospitati da loro, i ragazzi le salvano da Tenma Tsujikaze, il capo di una banda di nobushi (briganti che spogliano i cadaveri dei soldati di armi ed armature) oltre che l'uomo che aveva ucciso il marito di Oko; a seguito della contesa, Matahachi e Takezo si separano: il primo va via con Oko, abbandonando così sia Otsu, la fidanzata che lo attendeva nel suo villaggio, sia Takezo, lasciato a combattere da solo contro numerosi banditi giunti per vendicare il loro capo; il secondo, si reca al villaggio Miyamoto, per avvertire Otsu del fatto che il suo promesso sposo è vivo, ma che non tornerà.
Giunto al villaggio Miyamoto, Takezo dovrà difendersi dalle trame della madre di Matahachi, che non crede alla storia raccontatale da Takezo, dagli abitanti del villaggio, che devono catturarlo in quanto ricercato dalle autorità, e dai Kohei Tsujikaze, fratello di Tenma. Dopo aver mietuto numerose vittime, Takezo viene catturato da Otsu, grazie ai suggerimenti del monaco Takuan.
Takezo rimarrà per diversi mesi appeso ad un albero, esposto alle intemperie ed alla derisione, fin quando, a seguito del tentativo di ucciderlo da parte di Tsujikaze, Takuan decide di liberarlo, ribattezzandolo Musashi Miyamoto.

Musashi, partito da solo per un viaggio di allenamento, si reca a Kyo (attuale Kyōto), la capitale, per potersi confrontare con gli uomini più forti della città. Ha un'ossessione, ovvero diventare un uomo "incomparabilmente forte", così da poter superare il padre, Munisai Shinmen, cui il titolo di "incomparabile maestro di katana" era stato conferito dallo Shōgun, che aveva assistito alla sua vittoria nell'esibizione tra lui e Kempo Yoshioka.
Così, Musashi si presenta al dōjō della Yoshioka e sconfigge 5 allievi, uccidendoli; dopo però si trova davanti, nella palestra, tutti gli uomini più forti della scuola: Toji Gion, Ryohei Ueda, il maestro Seijuro Yoshioka, che ferisce Musashi alla fronte, dopo averlo invitato ad andarsene, ed il fratello Denshichiro. Quest'ultimo combatterà con Musashi, ma il loro incontro sarà interrotto da un incendio, provocato involontariamente dall'ubriaco Matahachi, che aveva assistito di nascosto ai duelli senza riconoscere l'amico. Denshichiro chiede all'avversario di andarsene, fissando un duello per l'anno successivo, quando entrambi saranno migliorati.
All'uscita di Musashi dal dojo, Matahachi lo riconosce, e lo porta in una locanda, dove le ferite gli verranno curate da Jotaro, un ragazzino che desidera divenire suo "allievo"; ad assistere Musashi vi è anche il monaco Takuan, che cerca di fare comprendere al ronin alcuni concetti fondamentali, specie su come rivolgere la propria attenzione e concentrazione, e lo avverte del fatto che Otsu è ospite nel villaggio Yagyu.
Musashi riparte con Jotaro, mentre Matahachi, ricercato in quanto ritenuto colpevole dell'incendio, viene cacciato da Oko, che lo manteneva, per non perdere la benevolenza della Yoshioka; Matahachi si ripromette di seguire la strada percorsa dall'amico, di colmare il divario tra loro creatosi.

Nella regione di Nara, al bivio fra i territori di Yagyu ed Hozoin, le strade di Musashi e Takuan si dividono, in quanto, differentemente dal monaco, il ronin sceglie di recarsi al tempio dello Hozoin, noto per le tecniche di lancia, per confrontarsi con i più forti esperti del territorio. La strada sarà indicata a Jotaro da un vecchietto, che, dopo aver dato a Musashi del "goffo", poiché attribuiva agli altri l'"aria minacciosa" ce lui stesso emanava, li ospiterà per la notte.
L'indomani mattina Musashi si reca al tempio, e si trova a dover affrontare subito prima Agon, uno dei più abili allievi dello Hozoin, sconfiggendolo in maniera alquanto insolita, e poi Toji Gion che, incuriosito dal modo di combattere di Miyamoto lo segue, deciso a far da sicario della Yoshioka. Il duello tra i due spadaccini viene però interrotto dall'arrivo di Inshun, primo allievo di Inei Hozoin, maestro della scuola di lancia, ormai ritiratosi. Inshun sceglie Musashi come suo avversario e, dopo aver combattuto per un po', decide di provare con lui lo "scambio di vite", cioè mettere in gioco tutto in un duello mortale, poiché questa è l'unica esperienza che manca al genio della lancia per poter forgiare la propria mente; la superiorità di Inshun è però disarmante, e perciò Musashi, per non perire, è costretto alla fuga.
Le ferite gli saranno curate dal vecchietto che lo aveva ospitato in precedenza, che si scoprirà essere Inei Hozoin; quest'ultimo accetta di allenare Musashi per un nuovo scontro, poiché comprende che il ronin può far maturare il suo allievo Inshun, anche se col rischio che questi rimanga ucciso. Per allenarlo, porta Musashi in montagna, e lo lascia lì, andando poi ogni giorno per osservarne i cambiamenti; il tempo trascorso in solitudine, ad assimilare gli insegnamenti di Inei e comprendere le frasi di Takuan, servirà a Musashi per capire i propri errori e racchiudere la tensione al proprio interno. È giunto il momento del nuovo duello.
Colto dal sonno e da un sogno in cui il padre gli dice che morirà nello scontro, Musashi arriverà, seppur in ritardo, all'appuntamento con Inshun; questo duello notturno si presenta subito diverso, sia per il nervosismo del primo allievo, che si rende conto di poter finalmente provare lo "scambio di vite", sia per la calma di Musashi. Dopo un duello con le proprie energie spirituali, e dei ricordi del maestro Inei, testimone dello scontro, che parla con Agon del suo passato, i due contendenti si colpiscono, ed Inshun crolla a terra provo di sensi. Il combattimento sblocca qualcosa in lui, rammentandogli il suo triste passato, di cui nulla ricordava. Anche Musashi perde conoscenza, ed i ragazzi vengon portati nell'abitazione di Inei per ricevere le cure del caso.
Ripresosi dalle conseguenze della lotta, dopo esser stato rivestito in maniera più consona, un Musashi apparentemente più maturo riparte per il suo viaggio.

Musashi con il fido Jotaro si reca al castello di Yagyu, con l'intenzione di sfidare il grande maestro Sekishusai Yagyu, un uomo "incomparabilmente forte". Nel frattempo, all'insaputa di Musashi, anche Denshichiro Yoshioka ed Otsu si trovano in quel villaggio: il primo, in viaggio d'allenamento, per poter incontrare il maestro; la seconda, invece, perché ospitata al castello dallo stesso Sekishusai.
Il maestro, tentando di far desistere Denshichiro dal volerlo incontrare, invia Otsu per comunicargli il rifiuto, dandole un fiore, da lui stesso tagliato, da consegnare allo stesso Yoshioka. Il fiore, rifiutato da Denshichiro, che poi incontrerà Musashi e gli ricorderà del loro incontro, da tenersi a Kyo, finirà proprio nelle mani di Musashi. Incuriosito dal taglio del gambo, il ronin si incontra per parlarne con i quattro allievi sovrani della Yagyu all'interno del castello, benché, in realtà, usi il fiore come scusa per varcare la soglia della scuola e battersi con il loro maestro.
Le provocazioni di Musashi, tese a fare innervosire gli allievi sovrani, non sembrano sortire effetto, fin quando Jotaro non causa il tumulto; Musashi si assume la responsabilità delle azioni compiute dal suo allievo, reo di aver ucciso il cane di proprietà di un membro della famiglia Yagyu, e trova così la scusa per sfidare l'intero castello.
Il combattimento è duro, poiché i quattro allievi, pur di impedire a Musashi di raggiungere le stanze dell'anziano maestro, ammalatosi di recente, dopo aver attribuito il ruolo di suo successore al nipote Hyogonosuke, combattono insieme contro il solo Musashi, che tiene però loro testa, fin quando non riesce a liberarsi di loro e ad arrivare dal maestro, al di fuori della cui stanza incontra Otsu.
Dopo essersi nascosto, per sfuggire ai quattro allievi, giunti anche loro dal maestro, Musashi rimane infine da solo con Sekishusai, che giace a letto malato. Nonostante ciò, la forza dell'uomo è tale che Musashi non riesce a colpirlo, poiché la sua stessa "aria minacciosa" gli si rivolge contro. Miyamoto non riesce a reagire in alcun modo alla grandezza di quell'uomo, non può far altro che riconoscere che Sekishusai è davvero "incomparabilmente forte". Il maestro si sveglia, e Musashi ha modo di rivolgergli una domanda, vuol sapere da lui cosa significhi essere incomparabilmente forte, al che Yagyu risponde che "incomparabilmente forte" sono solo parole, null'altro.
Così, Musashi riparte, lasciando Otsu e Jotaro alla Yagyu; il suo viaggio continua, un viaggio che gli servirà a comprendere le parole di Takuan, di Inei, di Sekishusai. La sua meta stavolta è la terra di Ise, il suo avversario Baiken Shishido, maestro nell'uso della kusarikama.

Nei pressi della casa di Baiken Shishido, un esperto di kusarikama (un'arma costituita da una falce ad una mano congiunta ad una lunga catena, sull'estremità della quale vi è un peso di metallo) Musashi viene a sapere che Baiken è morto da qualche tempo, ma che i suoi sfidanti non tornavano mai indietro, come se venissero uccisi da un fantasma.
Giunto nella casa di Baiken, Musashi risolve il mistero scoprendo che il suo avversario altri non è che Kohei Tsujikaze. Difatti Kohei, in cerca solo di un posto in cui poter morire, venne circondato da Baiken, un bandito, e dai suoi uomini; nonostante fosse ferito, Kohei eliminò gli avversari, ma una volta terminato lo scontro, dovette fronteggiare la giovanissima figlia di Baiken, Rindo, sconfiggendola rapidamente, e rimandendo al contempo affascinato dalla sua abilità nel maneggio della kusarikama. Kohei riportò a casa di Baiken la figlia, prendendosene cura ed approfondendo nel frattempo lo studio della particolare arma, imparandone l'uso grazie anche ai particolari "allenamenti" di Rindo, che Kohei presenterà a Musashi come il suo maestro.
Musashi chiede a Kohei di fargli vedere l'uso della kusarikama, e quest'ultimo accetta, affermando però che lui era in grado di utilizzare quell'arma solamente per uccidere. Musashi acconsente al duello, ed incomincia un combattimento all'inizio del quale Musashi sembra avere la peggio, in quanto spiazzato dalla versatilità dell'arma, a causa del peso a fine catena, in grado di provocare gravi danni e di disarmare l'avversario anche da una certa distanza, e della stessa catena, i cui movimenti risultavano del tutto imprevedibili, quasi come se fosse viva; inoltre, Musashi non era pronto ad uno scontro mortale, a differenza di Kohei/Baiken. È il maestro di kusarikama a prendere l'iniziativa, andando perfino vicino ad uccidere l'avversario dopo esser riuscito a prenderlo alle spalle e quasi a strangolarlo con la catena, ma Musashi si libera dalla morsa con una reazione improvvisa, e riesce a comprendere un modo per sua la vittoria; dopo esser ritornato con la mente all'infanzia, ed ai primi rudimenti nell'uso della jutte, datigli dal padre, Musashi impugna anche il wakizashi, impugnando così entrambe le armi a disposizione; in questa anomala posizione, fronteggia con una l'attacco con la catena, e con la seconda, accorciando le distanze, colpisce Kohei amputandogli le dita della mano destra e ferendolo gravemente ad una spalla. Finito lo scontro, Rindo, rimasta fino a quel momento in disparte, decide di attaccare Musashi, ma verrà fermata da Matahachi, che ritrovatosi li per un caso fortuito ha assistito al combattimento sperando di entrare in scena in un modo o nell'altro per fare bella figura di fronte a Musashi, quest'ultimo già l'aveva notato mentre si nascondeva nei cespugli per osservare la sfida ma sia prima che dopo non l'aveva riconosciuto visto che si era celato il volto con dei bendaggi che non aveva avuto il coraggio di togliersi neanche dopo la sua entrata. Un breve dialogo e Matahachi scaglia il pugnale che gli aveva lanciato la ragazzina colpendolo sulla spalla e la giovane verrà difesa preventivamente dallo stesso corpo di Baiken, a quel punto Matahachi fugge e Musashi dopo un breve dialogo con Kohei decide di salvargli la vita (per richiesta dello sconfitto) curando le sue ferite per poi partire immediatamente. Oramai Kohei, mutilato, non potrà mai più impugnare una katana ma ad ogni modo aveva già deciso, a quanto detto nell'ultimo dialogo con Musashi, di ritirarsi dai combattimenti nutrendo però rancore tra sé e sé e meditando vendetta per Matahachi avendolo riconosciuto nella figura di Kojiro Sasaki.
 
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Uruz90
view post Posted on 22/7/2010, 21:20     +1   -1




Secondo me, lo stile di disegno dei personaggi dell'autore è il più realistico fra i manga che ho visto! Lo ammiro per questo!
 
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1 replies since 28/1/2010, 00:32   52 views
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