Il Violinista Cieco, I Racconti Perduti del Dottor Watson

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billiwing1
view post Posted on 31/3/2010, 16:02     +1   -1




Il violinista cieco





Era un caldo pomeriggio estivo e gli abitanti di Baker Street si affrettavano verso la stazione o verso i parchi. Nonostante i continui rumori dell'affollata strada riuscivo a sentire ancora gli strazianti suoni che il mio amico Sherlock Holmes produceva col suo violino nella sua stanza.
Cercavo di leggere un divertente e stravagante libro di Lewis Carrol e quei rumori che giungevano da entrambe le direzioni della mia poltrona mi costringevano a rileggere distrattamente la stessa riga più volte.
Dei rumori stradali non mi meravigliavo più di tanto, mentre il frastuono e le cacofonie di Holmes mi stupivano a tal punto che chiusi il libro e mi diressi verso la camera da letto del mio amico. Rimasi veramente sorpreso. Holmes era in piedi, a luci spente, col violino attaccato alla spalla che suonava con gli occhi bendati.
«Holmes!» esclamai «ma cosa sta combinando a quel violino?»
Il mio amico smise di suonare, si tolse la benda, si sedette sul letto e accese il lume sul suo comodino. Sorrise e disse: «Mio caro Watson, lei ha appena interrotto un disastroso esperimento scientifico!»
Rimasi sorpreso a fissare il violino mentre Holmes si diresse nello studio dove ero poco prima per prendere un articolo ritagliato dal giornale di quel giorno, che giaceva abbandonato sulla scrivania con un rettangolo ritagliato.
«Richard Braker» disse Holmes mostrandomi l'articolo «Non riesco a capire proprio come faccia!»
Presi il ritaglio che mostrava la foto di un giovane uomo, distrattamente sbarbato, con gli occhi chiusi e un violino in mano e cominciai a leggere il trafiletto:

"Questa sera lo spettacolare Richard Braker, il primo violinista cieco dell'Orchestra Reale di Londra e della storia, si esibirà al teatro di Sua Maestà davanti all'intero Consiglio del Parlamento ed eseguirà una suit della quinta sinfonia di Beethoven. I biglietti saranno in vendita fino all'inizio dello spettacolo."

«Mi sono preso la libertà di comprare due biglietti per noi e uno per sua moglie, dottore» riprese Holmes, sedendosi sulla poltrona dietro l'ampia scrivania ingombrata «Spero che lei e miss Morstan mi facciate il piacere di accompagnarmi»
Appoggiai il ritaglio di giornale e acconsentii «Sarà un piacere!»
«Vede, Watson, prima che lei mi interrompesse stavo cercando di capire come quel bravo ragazzo, trovato sul bordo di una via di Londra dal direttore del teatro, riesca a suonare in modo così aggraziato senza aver mai potuto degnare di uno sguardo il suo strumento.»
«Effettivamente è curioso, Holmes. Desidero proprio ascoltare questo meraviglioso prodigio!»
Presi libro e cappello e andai verso la porta. «Vado a dare la notizia a Mary. Ci vediamo a teatro alle sette.»
«Perfetto, Watson! Intanto continuerò ad esercitarmi.»
Mentre uscivo dall'appartamento che un tempo io e il mio amico dividevamo, sentii che Holmes si era rimesso a suonare in quello strano modo e fui veramente felice di essermi allontanato dalla fonte di quei rumori.
L'impressione che mi ero fatto di Baker Street era giusta. La gente agitata per la bella stagione (rara a Londra) mi impediva il passaggio e impiegai più del dovuto, anche in carrozza, per arrivare a casa. Arrivato al mio appartamento, mentre cenavo, diedi a mia moglie la notizia. Mary fu molto felice dell'evento. Cenammo fino alle sette, quando ci dirigemmo al teatro in carrozza.
Holmes era lì ad aspettari con un vestito nero opaco e un cilindro con una fascia rossa intorno. «In orario come sempre, Watson! Felice di vederla, ms Morstan.»
Il mio amico baciò la mano a mia moglie e tutti insieme entrammo a prendere posto.
Il teatro era gramito di gente. L'orchestra circondava il fondo del palco e un singolo sgabello era messo al centro della sala, così che Braker potesse sovrastare la scena.
Mi guardai intorno e riconobbi buona parte dei membri della Corte Reale e anche alcuni miei colleghi che salutai con un cenno. In prima fila si poteva distinguere anche la Regina.
Il concerto iniziò e dopo i primi dieci minuti Richard Braker cominciò la sua aria con una tale precisione che pensai quasi non fosse lui a suonare. Holmes era perso con lo sguardo sulle mani rapide del violinista battendo con le dita il tempo e indagando silenziosamente su quale fosse il trucco che permetteva quella bravura. Ma il trucco non c'era. Braker faceva come piovere quelle gravi note che componevano la sinfonia.
Il concerto finì dopo due ore e Holmes si diresse verso il palco.
«Il direttore del teatro mi doveva un favore, così mi sono fatto dare tre permessi per il dietro le quinte. Ho intenzione di iniziare un'interessante conversazione con quel bravo violinista.»
Venimmo condotti nel retro del palco dal direttore del teatro, un certo Frank Lodge, che si rivelò molto gentile e ben educato. Era un ometto piccolo e magro, con un completo nero elegante e una cravatta a strisce blu. Aveva il particolare tic di avvicinarsi gli occhiali al naso, anche quando non li aveva indosso.
«Vado a dire a Richard che lo cercate.»
L'ometto entrò nel camerino e dopo pochi secondi ne uscì tremante, con gli occhialini rotti nella mano destra che era macchiata del sangue che gli usciva dai tagli causati dalle lenti rotte.
Io e Holmes ci precipiammo nella stanza lasciando il direttore tremante che non seppe emettere più di qualche grugnito. Sopra al letto del piccolo camerino era coricato il corpo di Braker, con intorno al collo dei segni di strangolamento da corda. Mi avvicinai a sentire il polso.
«E' morto.» dichiarai. Holmes sussultò e iniziò ad analizzare la stanza, mentre io esaminavo il cadavere,
«Holmes!» esclamai «Quest'uomo... Quest'uomo non è mai stato cieco!»
Holmes si fermò di scatto dalla sua disordinata ricerca. Scoppiò in una risata isterica alla cui fine disse: «Era ovvio! L'avevo già notato durante lo spettacolo, ma non ne ero sicuro. Watson, tutti i miei esperimenti disastrosi sono stati completamente inutili! Ma ora dica a Lodge di chiudere tutte le uscite del teatro e di venire qui per una chiacchierata.»
Mentre uscii dal camerino notai Holmes avvicinarsi al cadavere che avevo poco prima esaminato. Mi chiedevo cosa avreppe pututo capire che io, da medico, non avrei potuto.
Chiamai Lodge che con un ordine dato a due persone fece sigillare la zona del teatro in cui eravamo. Il pubblico era già tutto uscito dal teatro e pochi musicisti si erano trattenuti nei camerini prima dell'omicidio.
Holmes mi raggiunse frettolosamente con un sacchetto pieno di oggetti in mano. «Come avrà già notato, Watson, il violinista è morto per soffocamento, ma forse non avrà intuito che la corda usata è una prima corda da violino di marca D'Arque arrugginita sulle prime tre note. E' anche interessante il fatto che la corda non apparteneva al violino di braker o ad altre sue mute di ricambio, dato che era usata e che non era la marca normalmente preferita dalla vittima.» Holmes mi porse la sua lente di ingrandimento, il violino pregiato della vittima e una corda che combaciava perfettamente alla descrizione del mio amico.
«Holmes, non mi dica che questa è l'arma del delitto!»
«Precisamente, Watson. Dopo che i segni sul cadavere mi hanno detto cosa cercare, trovare la corda di violino è stato facile. Era sotterrata in un vaso che aveva la terra ancora smossa. Comunque sono dell'idea che l'assassino abbia avuto tutto il tempo di lavarsi le mani prima della nostra triste scoperta. Ora, signor Lodge, vorrei parlare con lei.»
Chiesi a Mary se voleva accompagnarci, ma disse che non se la sentiva di vedere il cadavere di quel poveruomo. Entrammo nuovamente nel pocolo camerino dove notai la pianta intorno alla quale Sherlock Holmes aveva scavato per trovare la corda che tenevo ancora il mano.
«La prego, ora, signor Lodge» cominciò Holmes «di raccontarci la storia di Richard Braker.»
Lodge si sedette su uno degli sgabelli che stavano nella stanza, i quali erano tutti tarlati e rovinati. Era già un miracolo che non cedessero sotto il peso di una qualsiasi persona.
Cominciò a parlare con la voce strozzata dalle circostanze della stuazione.
«Prima di iniziare la soria di Richard» disse «Vorrei chiarire alcune cose su di me e sul mio lavoro...» La sua voce era penosa e si sentiva che temeva per la sua reputazione.
«Ciò che dirà rimarrà tra me, lei e il mio amico dottor Watson.»
«Lo so, signor Holmes, ma ci tengo sempre a precisare che sono un uomo onesto, con un eccellente violinista come figlio e una moglie molto innamorata e fedele. Sono state le infelici circostanze a farmi fare le scelte che il suo amico dottore ha abilmente smascherato.
«Come avrà già ben notato, sono alcuni mesi che il teatro e la cultura, in questa Londra sempre più frenetica, non trovano il tempo di allietare le serate dei cittadini. Vede, lavorando sia io che mio figlio nel campo musicale, dovevamo riuscire a fare qualcosa per far campare noi e le nostre famiglie. Eric, mio figlio, ha anche intenzione di sposarsi a giugno di quest'anno, e questo non sarà possibile se mancheranno i soldi. Fatto sta che nelle ultime conferenze risultava che le vendite del teatro erano agli sgoccioli. La compagnia teatrale aveva perso tutti i migliori attori perché nessuno riusciva a pagarli, i ballerini avevano perso i coreografi e c'era una carenza di scenografi e tecnici di scena, che come ben immaginerete sono la vera colonna portante di ogni spettacolo. Gli unici che erano ancora tutti insieme erano i membri dell'orchestra, dato che erano in parte finanziati dalla Regina. Allora decisi di puntare su di loro. Feci vari provini per scegliere il futuro solista, ma tutti, compreso - con mia somma delusione - mio figlio, non erano in grado di eseguire pezzi solistici con la perfezione che le mie esigenze richiedevno. Pensai così che ci voleva una tecnica diversa. Avrei scelto un musicista qualsiasi, ma l'avrei reso spettacolarmente abile. Il problema era come. L'idea di un musicista cieco mi venne pensando a Beethoven che era arrivato al culmine della sua carrirera anche con la sordità. Naturalmente un violinista sordo sarebbe impensabile anche per i più allocchi, ma un violinista cieco era plausibile e sospettai che a nessuno sarebbe mai venuto in mente di tentare l'esperimento di suonare a occhi chiusi.»
«Su questo si sbaglia!» disse Sherlock Holmes ridendo «Ma la prego di continuare con il suo interessante racconto.»
Il direttore, ancora un po' scosso, riprese il suo discorso.
«Come dicevo, ci voleva qualcuno che recitasse la parte. Purtroppo i musicisti dell'orchestra erano già conosciuti dalla maggior parte del pubblico, e una sola parola sbagliata avrebbe tradito la mia messinscena. Provai anche con gli attori, ma nessuno di loro aveva capacità musicale e tanto meno sapevano tenere in mano un violino! Credo che nessun uomo che concentra la sua vita sul teatro o sulla musica riesca a fare anche l'altra di queste discipline.»
«Su questo sono costretto a contraddirla nuovamente» replicò il mio amico con una punta di orgoglio misto ad offesa. «Conosco persone che sono pronto a giurare siano eccelenti attori ed eccellenti musicisti!»
Capii immediatamente che si riferiva a sé stesso, ed ero pronto a scommetere che avrebbe trovato il modo di usare queste sue qualità per risolvere il caso.
«Sono costretto per principio a non credere a questa sua affermazione, signor Holmes. A parer mio musica e teatro sono troppo impegnativi perché una persona riesca a concigliare entrabi in sé stessa.»
«Certo, se si continua a riemprire la propria mente con nozioni inutili e insignificanti!»
Holmes cominciava seriamente a scaldarsi da quando si era toccato quell'argomento, così pregai Lodge di continuare il suo racconto, per evitare un inutile quanto controproducente litigio.
«Finiti i provini ero demoralizzato. Cominciai a vagare come lo spettro di me stesso per le strade della City, pallido in volto come non lo ero mai stato prima. Il tatro rischiava di perdere più della metà del suo personale e questo sarebbe significato l'immediata chiusura dei battenti di quel tanto amato posto.
«Fu mentre vagavo senza unachiara meta, rimuginando sulla disgrazia che mi incombeva addosso che sentii un'aria proprio di Beethoven arrivare da un vicolo stretto e poco frequentato di quella zona della città. Pensai subito a un segno del destino, quindi mi innoltrai nel vicolo per scoprire chi riusciva a suonare così bene quel brano. Fortuna volle che incontrai Richard Braker, un giovane accattone che mi raccontò di essere stato cacciato dal Conservatorio dopo il quinto anno che lo frequentava perché aveva rubato il violino del suo maestro, uno Stradivari di leggendaria bellezza. Gli chiesi se avrebbe gradito un lavoro nel teatro più grande di tutta Londra, e potete immaginare con che entusiasmo accettò! Gli spiegai velocemente le semplici e particolari condizioni a cui doveva prestarsi e gli ofrii tanto quanto prendevano gli altri musicisti più cinque sterline a serata per il ruolo che doveva recitare. Quando diedi la notizia all'orchestra, questa non ne fu felice, ma dopo aver sentito i commenti del resto dei dirigenti del teatro si convinsero che l'idea era efficace.
«Dopo alcuni giorni di prove decidemmo di dare alla stampa la notizia che un eccellente violinista cieco era appena entrato nell'Orchestra Reale di Londra. E come vede, signor Holmes, il successo è stato maggiore di ogni aspettativa! Ora, la prego, se sono stato impreciso su alcuni punti, chieda qualunque cosa.»
Holmes rimase alcuni secondi fermo. Si era seduto per terra e mentre ascoltava tentava, a modo suo, di rimettere a posto la terra nel vaso. Io ripensavo alla particolare storia che il direttore ci aveva appena finito di raccontare e mi stupivo come il mio amico non fosse arrivato alla conclusione che Braker non fosse mai stato cieco.
Sherlock Holmes si era appena alzato quando si gettò rapidamente, lente di ingrandimento alla mano, ad osservare per l'ennesima volta il cadavere.
Lodge stava, impaziente, in silenzio, con un'espressione nervosa e turbata come se stesse aspettando domande che il mio amico non aveva intenzione di porre.
Finalmente Holmes si decise a parlare:
«Lei ci ha tenuto nescosti alcuni particolari, che ho subito verificato. No, la prego! Non si disturbi a chiedere cosa. Sono certo che ha già capito di che cosa parlo! Ora, Watson, la prego di fare un giro per i camerini per raccogliere i nomi dei presenti. Nel frattempo io andrò ad osservare gli strumenti, da buon appassionato.»
Io e Lodge rimanemmo basiti. Da parte mia mi aspettavo una spiegazione accurata su ciò che il direttore aveva tenuto nascosto, ma, conoscendo il metodo del mio amico, eseguii immediatamente i suoi ordini.
Raccolsi quattro nomi, Grethe Gardner, prima violinista, Eric Lodge, figlio del direttore e solista dell'orchestra, Robert Fergus, violoncellista e Carl Montales, percussionista.
Holmes fece ciò che aveva detto. Entrò in ogni camerino ed analizzò strumenti, spartiti e parti di ricambio. Sembrava un bambino in un negozio di caramelle. Gustava ogni singolo particolare di ogni violino che gli capitava in mano. Con la lente osservava manico e corpo. Ero convinto che dopo un'altra mezz'ora sarebbe stato in grado di dirmi il numero di granelli di polvere di ogni strumento. Notai che raccoglieva campioni di ruggine e che apriva frenetico ogni cassetto.
Dopo un'ora di queste osservazioni mi si avvicinò seccato.
«Watson, è incredibile! Non c'è traccia neanche di una corda D'Arque in tutti i camerini! Può mandare a casa il violoncellista e il percussionista! Interrogherò gli altri due fra poco... Ora voglio analizzare il palco.»
«Holmes, non mi vuole mettere al corrente di alcuni particolari? Brancolo nel buio!»
«Mio caro amico, sa come lavoro! Posso solo dirle che buona parte del racconto di Lodge è completamente inutile. Appena avremo interrogato i due sospetti faremo spuntare fuori l'assassino con un piccolo trucco che mi permetterà anche di mostrare a quell'impertinente del direttore come più arti possano convivere in una sola mente, anche se essa deve essere eccelsa e lucida.»
Portai Grethe Gardner e Eric Lodge nel camerino dove era ancora seduto, nervoso, Frank Lodge, dietro ordine preciso di Holmes.
La ragazza, alla vista del cadavere, ebbe un mancamento, ma io e il figlio del direttore la reggemmo e la tenemmo sveglia facendole prendere un po' d'aria. Eric Lodge non ebbe reazioni e si sedette su uno sgabello trovato poco lontano dal camerino. Holmes osservava attentamente ogni reazione. Prendeva mentalmente nota degli sguardi e dopo pochi secondi si mosse di scatto creando nei tre presenti un senso di ansia che li portò a sussultare. Pensai che la ragazza avrebbe retto ancora per poco.
«Mi rendo conto, signori miei, della tensione che si è creata in questa stanza, quindi chiederei ai due gentili Lodge di uscire e di lasciare me e il mio amico soli con la signorina Gardner.»
I due uomini, padre e figlio, uscirono dal camerino e l'aria divenne meno pesante. Era un posto davvero piccolo per cinque persone e se a queste ci si aggiunge un inquietante cadavere è più che comprensibile che tutti e tre trovammo solievo nel vederli uscire.
Holmes si sedette nello sgabello che prima ospitava il direttore e la ragazza gli si mise di fronte sullo sgabello di Eric.
Grete Gardner era una ragazza attraente, con lunghi capelli castani che le scendevano dietro le spalle. La divisa dell'orchestra non esaltava appieno le sue splendide forme femminili. Era molto scossa e lanciava occhiate rapide e nervose al cadavere sul letto. Lo sguardo vacuo del cadavere fissava il soffitto basso del camerino mentre Holmes non smetteva di fissare gli attraenti occhi agitati della ragazza.
«La prego, ora» cominciò Homes facendo sussultare Grete sulla sedia «di raccontarci cosa pensava di Braker e cosa crede possa essergli successo.»
La ragazza si schiarì la voce e cominciò.
«Come vede, signor Holmes, io sono una ragazza giovane e bella, con un talento tale da poter entrare nell'Orchestra Reale di Londra. Queste mie qualità mi permettevano di essere circondata da molti ragazzi di ogni ceto e tipo. Mi ero invaghita di più di uno di essi, ma i miei genitori, anziani borghesi dell'alta società londinese, non si decidevano a permettermi di fidanzarmi con nessuno di essi. Da quando, però, nell'orchestra entrò Richard - riposi in pace - i miei genitori mi pregarono di fidanzarmi con lui. Potete immaginare, gentili signori, che Braker si era accorto subito della mia bellezza e più volte si era dichiarato a me. Ma io sono da oltre un mese innamorata di Eric, il figlio del direttore, e lui ricambia il sentimento. Frank Lodge è felicissimo della nostra relazione, ma il contrario pensano i miei genitori. Naturalmente ho tenuto all'oscuro Eric e suo padre delle dichiarazioni di Richard, ma sospetto che ne siano venuti a sapere comunque...»
Holmes socchiuse gli occhi. Eravamo allo stesso punto, con tre sospetti e tre validi moventi. Sia Grete che Eric che Frank Lodge potevano volere Braker morto per permettere l'amore tra i due ragazzi.
«Benissimo.» disse Sherlock Holmes «La pregherei adesso di lasciare me e il mio amico Watson soli per alcuni minuti. Chiameremo noi Eric Lodge quando riterremo necessario interrogarlo.»
Grete Gardner si alzò dallo sgabello e si congedò ancora scossa, ma molto meno di prima dopo essersi sfogata con noi.
Holmes era ancora seduto ad occhi chiusi, la testa lasciata cadere indietro, che pensava alle parole della ragazza. Quando fu certo che nessuno potesse sentirci cominciò a parlare.
«Maledizione, Watson! Abbiamo la soluzione a portata di mano, eppure essa continua a sfuggirci! Tutti e tre hanno avuto modo di incontrare il ragazzo e di ucciderlo. Tutti e tre hanno il movente perfetto che è precisamente lo stesso. Escluderei un omicidio con più di un assassino. La stanza, come vede, è troppo piccola perché tre persone agiscano con tale rapidità su una quarta senza ostacolarsi a vicenda. Sono più propenso a pensare che la persona che cerchiamo ammetterà da sé la sua colpevolezza.»
Ascoltai con attenzione, prendendo minuziosamente appunti, poi intervenni nella conversazione.
«Holmes, non crede che Frank Lodge sia da escludere dai sospetti? É stato lui a scoprire il cadavere e ne sembrava molto sconvolto.»
«Ho due modi, uno più verosimile dell'altro, per smentire questa sua supposizione. Il primo è che Lodge abbia abilmente recitato la parte dello sconvolto per far cadere ogni sospetto, la seconda che si sia reso conto dopo che aveva appena aperto la porta a niente meno che Sherlock Holmes. Comunque concordo con lei che il tempo perso da Lodge a cercare Braker e la sua convinzione che musica e recitazione non possano combaciare lo scagionano considerevolmente. É anche colui il cui movente reggerebbe meno. Comunque, amico mio, ci sono dei punti sulla personalità di Frank Lodge che mi convincono a tenerlo d'occhio.»
«A proposito, dopo che Frank Lodge ha raccontato la sua storia, lei ha dichiarato che ci teneva nascosti alcuni particolari... Posso chiederle, di grazia, quali sono e come è riuscito a capirli? Perché proprio non riesco ad arrivarci...»
«Watson! Le assicuro che tutto verrà chiarito dopo che avrò smascherato il colpevole. Le posso solo dire che sono particolari che solo un osservatore abile e minuzioso avrebbe potuto notare e che la sua specializzazione medica non basta per farglieli intuire.»
Rimasi offeso da quell'affermazione e ripensai al fatto che Holmes si era soffermato ad osservare ulteriormente il cadavere dopo la mia analisi medica.
«Ma ora» aggiunse il mio amico alzandosi «è il momento di ascoltare la storia di Eric Lodge.»
Aprì la porta e chiamò il ragazzo che entrò spavaldo e non minimamente impressionato dalla vista del cadavere. Holmes lo accolse con un sorriso sarcastico.
«Ognuno ha i suoi tempi per superare le disgrazie he gli accadono intorno» disse «ma la velocità con la quale lei ha superato questo omicidio è sorprendente. Davvero, signor Lodge, molto curiosa.»
Eric Lodge incrociò le braccia e piegò il collo da un lato, poi disse con un tono chiaramente di chi vorrebbe essere da tutt'altra parte, ma senza trapelare colpevolezza:
«Dunque, Holmes, è convinto che si tratti di omicidio.»
«Bhè, sa Lodge, quando vedo un uomo strozzato con una corda di violino che poi viene seppellita in un vaso, ciò che sospetto, dato che non credo nei fantasmi, è che una seconda persona abbia infierito su di esso.»
Eric Lodge annuì con assenso e rimise le braccia in basso, all'altezza di fianchi. Sembrava non riuscisse a guardare il cadavere, ma allo stesso tempo era perfettamente in grado di fissare gli occhi enigmatici e esaminatori di Holmes, che non la smetteva di sorridere al ragazzo quasi malignamente.
Il giovane Lodge si sedette dove prima stava la ragazza e riprese a fissare il mio amico che dal canto suo non sembrava cedere. Passò una mezza dozzina di minuti prima che Holmes intervenisse.
«Possiamo stare ancora qui a giocare a chi regge di più lo sgurdo - e ammetto che lei è la prima persona che mi da serie difficoltà - ma preferirei discutere del cadavere che sta in questa stanza, naturalmente di quando era ancora tra noi.»
Le parole di scherno di Holmes sembrarono risvegliare il ragazzo che chiuse gli occhi. Intravidi un'ombra di orgoglio nello sguardo ora rilassato del mio amico.
Sherlock Holmes prese nuovamente per primo la parola.
«Mi parli del suo rapporto con Richard Braker. È disposto anche lei a dichiarare di aver conosciuto il violinista il giorno in cui suo padre ve l'ha presentato?»
Lodge annuì e iniziò a raccontare.
«Non dimenticherò mai il giorno in cui quell'inutile violinista è entrato nell'orchestra! È stata la fine della nostra serietà! Da quando mio padre ha creduto che il teatro stesse andando a rotoli ha cercato ogni modo per rendere più, diciamo, interessante ogni nostra esibizione. Così un giorno arrivò con questo Richard Braker, uno straccione londinese sgarbato come pochi straccioni sanno essere.»
«Concordo in pieno!» aggiunse Holmes «Conosco veramente pochi straccioni sgarbati. Per lo più sono simpatici e collaborativi. La prego di perdonarmi e di proseguire.»
«Certo. Dicevo, Braker da quando è arrivato ha soltanto messo zizzania fra noi musicisti e tra gli altri membri del teatro. Non so se ha saputo che ben due sotituti dei violoncellisti sono stati costretti a ritirarsi e consegnare le dimissioni perché Braker continuava ad insultarli pesantemente. Nonostante ciò mio padre non ha mai voluto cacciarlo via, Dio solo sa per quale assurda ragione, e questo ha portato alla conseguenza che quel ignobile uomo si è innamorato, se di lui si può parlare d'amore, della mia Grete, tanto da renderla inquieta ogni volta che lo vedeva. Forse lei crede ancora che io non mi sono mai accorto delle avance che quel inutile musicista le continuava a fare. Oh, beata innocenza femminile! Finalmente Richard Braker ha avuto ciò che meritava e forse una speranza in più si è aperta per permettere a me e a Grete di sposarci. Vorrei stringere la mano a quel grande uomo che ha avuto il coraggio di mettere fine a questo strazio!»
La breve descrizione di Eric Lodge fu chiara e incredibilmente esplicativa. Qui mi è impossibile descrivere l'impeto delle parole e la furia dei gesti che le accompagnavano mentre il giovane Lodge parlava. Come non sono in grado di farvi appieno comprendere l'odio col quale lanciava occhiatacce al cadavere disteso sul letto.
Holmes, finito il racconto, si avvicinò a fissare nuovamente il ragazzo, che però, questa volta, non tentò di ricambiare.
«Bene, signor Lodge, credo adesso di poter aggiungere che ad incrementare il suo odio nei confronti dello sventurato Braker sia stata anche la declassazione da protagonista della scena a comune solista, ruolo che le pesa condividere con altri tre suoi colleghi, giusto?»
Lodge annuì. Holmes lo accompagnò alla porta e nuovamente ci trovammo soli in quella stanza a fissare il cadavere di Braker.
Holmes rimase in silenzio, ad occhi chiusi, a meditare sui particolari eventi narrati da tutti e tre i sospetti mentre dal di fuori si sentirono entrare alcune persone nel teatro. Erano Gregson e Jones, tra i più abili detective di Scotland Yard, accompagnati da una decina di agenti.
«Arrivano i rinforzi! Siamo fortunati, almeno sdramatizzeremo l'evento ascoltando le bizzarre congetture che quei due imbranati sapranno tirare fuori da questo fatto.» disse Holmes divertito.
«E' arrivato a qualche conclusione?» chiesi.
«Al momento l'unica conclusione è che la cosa migliore da fare è agire! Sbrighiamoci e assecondiamo i poliziotti nelle loro divertenti quanto inutili indagini.»
Gregson e Jones entrarono nel camerino. La stazza di quei due ispettori ci impediva di rimanere tutti e quattro dentro senza essere scomodi, così mi ritirai e tranquillizzai mia moglie che Holmes aveva tutto sotto controllo. I due poliziotti, come Holmes aveva previsto, cominciarono a osservare in giro per la stanza finché Jones non iniziò a saltellare eccitato.
«Hai trovato qualcosa?» chiese Gregson.
«Molto meglio, vecchio mio! Molto meglio! Credo di aver risolto il caso!» rispose Jones e quest'affermazione fece scaturire in Holmes una leggera risata.
«La cosa la diverte, teorico principiante? Bhè, senta qui! Questo si tratta di un bell'e buono suicidio! Il morto si è strangolato da solo con questa corda di violino!»
«Si, poi si è alzato, ha fatto un buco nella terra dentro il vaso e ci ha seppellito l'arma! Andiamo, Jones! La corda l'ho trovata io dentro quella pianta, comunque sono contento di notare che è riuscito a scoprire l'implicazione della corda e di Braker in questo delitto.»
L'affermazione di Holmes fece arrossire il poliziotto e divertì molto me e Gregson che tratteneva a stento le risate.
«Dunque lei pensa di capirne più di me in questa faccenda, Holmes?» chiese irritato Jones.
«Credo di poter affermare che tra alcuni minuti vedrete con i vostri occhi la soluzione del caso. Gregson, lei mi sembra il più sveglio dei due, dunque mi può fare il favore di radunare i presenti in questo teatro nelle prime file della platea? Credo che rimarrete piacevolmente sorpresi di ciò che vi mostrerò!»
Gregson uscì e Jones, sempre più irritato, lo seguì come un ombra. Feci cenno a Mary di fare lo stesso e tornai nel camerino con Holmes.
«Posso, di grazia, sapere le sue intenzioni?» chiesi.
«Certo, Watson! Non sono ancora riuscito ad individuare il colpevole, anche se sono praticamente certo che la ragazza non sia immischiata direttamente in questa oscura faccenda, quindi userò un vecchio trucchetto per costringere il colpevole a rivelarsi da solo. Presto, mi aiuti a svestire questo povero ragazzo.»
Tolsi giacca, camicia e pantaloni dal cadavere mentre Holmes prendeva alcuni trucchi e una parrucca. Trattò la parrucca con un pò di terra per darle un colorito più scuro, si truccò il viso e indossò gli abiti. In pochi minuti era riuscito a diventare la copia perfetta di Richard Braker tanto che dovetti accertarmi due volte che il cadavere fosse ancora al suo posto.
«Impressionante, Holmes!» notai.
«Semplice espediente investigativo! Tutti i buoni poliziotti dvorebbero saper prendere le sembianze di una qualsiasi persona, specialmente quando essa non può rovinare con la sua presenza l'interpretazione! Ora prenderò il violino e l'archetto di Braker. La sinfonia era la numero cinque... Si, me la ricordo. Ora, appena mi sentirà suonare tiri la corda del sipario molto lentamente cercando di rendere il movimento fluido. Dobbiamo creare un'atmosfera lugubre e spiritica.»
Sistemammo silenziosamente uno sgabello al centro del palco dove si sedette Holmes. Io mi posizionai dietro alla tenda del sipario pronto a tirare la cordicella per aprirlo.
Sherlock Holmes iniziò con la sua grande abilità a suonare quella meravigliosa aria che poche ore prima sentivamo venire fuori dallo stesso violino impugnato dalla persona che adesso il mio amico voleva impersonare. Aprii il sipario seguendo le istruzioni e la figura di Richard Braker apparve davanti al poco numeroso pubblico.
Alla vista di Holmes travestito Eric Lodge sussultò con una smorfia di disgusto, Grete Gardner svenne nuovamente e Gregson borbottò come tutto ciò gli sembrava un assurda illusione.
Ma la reazione più singolare fu quella di Frank Lodge, che subito saltò dalla sua sedia in prima fila e si diresse urlando verso il palco, in preda ad una crisi di pazzia disperata. Purtroppo non si ricordò che tra la platea e il palco scenico vi era la buca dove l'orchestra stava per accompagnare le esibizioni teatrali. Così Lodge cadde rovinosamente, ma per fortuna non si ruppe niente, come appurai in seguito.
Holmes abbandonò il violino e si lanciò con un salto dentro alla buca.
«Bene, Lodge! Le ho appena dimostrato come recitazione, musica e un'eccellente intelligenza analitica possano convivere, insieme ad altre qualità, dentro la stessa persona!»
«Lei, Holmes?!» esclamò sorpreso Frank Lodge «Maledetto! Appena mi sarò alzato io...»
«Appena si sarà alzato potrà andare a confessare alla polizia qui presente le sue colpe.»
Holmes salì oltre la buca e si avvicinò a noi togliendosi parrucca e trucco. Gregson e Jones si precipitarono ad arrestare l'uomo.
«Holmes, credo che ci debba molte spiegazioni!»
«Concordo con lei, Watson! Comicerò il racconto e lascerò a Frank Lodge la possibilità di concluderlo. Dunque, ho cominciato a sospettare della colpevolezza di Lodge quando ha raccontato la sua versione dell'accaduto. Infatti poco prima di interrogarlo mi ero accorto che Richard Braker e Frank Lodge avevano in comune tratti somatici che possono essere ereditari solo tra fratelli o tra padre e figlio che neanche lei, dottor Watson, avrebbe potuto individuare. Qusto mi ha dimostrato che Richard Braker altri non era che Richard Lodge, il figlio che in tutti questi anni il direttore del teatro ha cercato di nascondere. Questa osservazione mi ha portato immediatamente a cancellare ogni parola detta da Frank Lodge e a concetrarmi sul perché avrebbe dovuto mentire. Naturalmente questo non mi impedì di poter sospettare anche di Eric Lodge e di Grete Gardner, tanto da dover arrivare a questo stratagemma per smascherare il colpevole. Il primo movente da me pensato era l'amore che Richard Lodge porvava nei confronti di Grete e che né la ragazza né tanto meno Frank Lodge accettavano, dato che entrambi speravano in un matrimonio tra lei e Eric Lodge. Poi ho pensato che il direttore poteva avere un altro movente, eliminando l'opportunità che egli abbia incontrato per caso suo figlio sostituendola con quella che sia stato Richard stesso a cercarlo minacciandolo di spifferare tutto. Questo può aver portato Frank Lodge all'esasperazione, scaturita poi quando la vittima ha chiesto come ultimo ricatto di impedire a Eric e Grete di sposarsi. Immagino che lei, signor Lodge, possa confermare le mie ipotesi.»
Il direttore abbassò la testa e iniziò a parlare.
«È tutto esatto. Non assunsi Richard perché il teatro era in crisi, ma perché sua madre e lui stesso mi minacciarono di rivelare la vergognosa verità sul suo conto. Ero disposto a fare di tutto per impedire ciò e questo mi portò ad assumerlo e a trattarlo come il protagonista dello spettacolo. Poi mi chiese troppo. Voleva che impedissi a mio figlio di sposarsi con l'unica donna che Eric abbia mai amato. Non potevo permetterlo, ma Richard continuava a fare pressioni... Così, in un attimo di pazzia, lo uccisi con una mia vecchia corda di violino che avevo appena buttato via.»
«E sperava che la polizia, indagando, archiviasse questo caso come uno dei tanti suicidi dei quali non si trova né la causa né l'arma usata. Mi dispiace veramente, signor Lodge, ma credo che il giudice sarà clemente.»
Gregson e Jones uscirono con il colpevole ammanettato e noi due con mia moglie tornammo alle nostre case. Eric Lodge era rimasto senza parole. Mentre il padre parlava cercava di riportare in sé la ragazza.
Il giorno dopo tornai a Baker Street per consegnare a Holmes una lettera. Lo trovai che leggeva tranquillo il Times fumando la pipa.
«Ha visto, Watson? Come al solito Gregson e Jones si sono presi il merito. I soliti sbruffoni. Ma la vedo fremente di agitazione! Mi dica, forza.»
«Questa mattina ho ricevuto da parte di Eric Lodge e Grete Gardner i ringraziamenti e gli inviti al loro matrimonio. Sono uno per lei e due per me e mia moglie.»
«Oh, non credo di poter venire... Sono molto impegnato e...»
«Holmes, niente scuse! Questa volta sono io che la obbligo! Ci vediamo tra due settimane alla chiesa in fondo a Brixton Road alle otto.»
Detto questo uscii senza lasciare al mio amico la possibilità di controbattere.
 
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Newton
view post Posted on 1/4/2010, 11:03     +1   -1




Il racconto è molto bello,sei molto migliorato!Ti consiglio però di fare alcune modifiche,come il fatto che Holmes baci la mano a Mary Morstan non è molto...da Holmes :P ancora una cosa,Holmes aveva un pensiero dispregiativo per gli straccioni quindi non credo li definisse simpatici xD [gli unici che gli andavano a genio erano Gli Irregolari] ,e un'ultima cosa che secondo me è da cambiare,ovvero il quasi litigio con frank lodge per il riuscire a conciliare diverse arti insieme.Non credo si sarebbe spinto a tanto,per il resto è molto ben congegnato,e il pezzo migliore [secondo me,non so nemmeno perchè] è la "sfida" tra Eric Lodge e Sherlock [quella degli sguardi]

8.5

p.s. sono Blaze - Mycroft xD
 
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billiwing1
view post Posted on 1/4/2010, 11:51     +1   -1




Guarda che avevo capito chi sei!!
Grazie molte per critiche e complimenti!!! Spero di scriverne presto un altro!
 
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Sherlock™
view post Posted on 1/4/2010, 14:03     +1   -1




Hai migliorato davvero tantissimo billy, questo è scritto in modo migliore rispetto al precedente!
Mi è parso molto un Holmes "invidioso" in questo racconto, davvero divertente ^_^
Mi sento di darti qualche consiglio:

gli abitanti di Baker Street si affrettavano verso la stazione o verso i parchi
Io la farei così: Gli abitanti di Baker Street, a passo spedito, s'affrettavano verso la stazione e, con altrattanto voracità, scomparivano tra il rinomato verde dei parchi inglesi!
Dico così perchè è spesso stonante mettere: verso... o verso ... ^_^
Complimenti, racconto è davvero molto bello!
 
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billiwing1
view post Posted on 2/4/2010, 08:43     +1   -1




Grazie!!! Si, anche a me non tornava quella frase... Comunque sono contento che sia piaciuto!
 
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.:neko:.
view post Posted on 18/8/2010, 17:53     +1   -1




la ff è bella solo una cosa però: le persone cieche possono suonare degli strumenti musicali ^^

infatti questa parte della ff non l'ho capita molto:

CITAZIONE
«Holmes!» esclamai «ma cosa sta combinando a quel violino?»
Il mio amico smise di suonare, si tolse la benda, si sedette sul letto e accese il lume sul suo comodino. Sorrise e disse: «Mio caro Watson, lei ha appena interrotto un disastroso esperimento scientifico!»
Rimasi sorpreso a fissare il violino mentre Holmes si diresse nello studio dove ero poco prima per prendere un articolo ritagliato dal giornale di quel giorno, che giaceva abbandonato sulla scrivania con un rettangolo ritagliato.
«Richard Braker» disse Holmes mostrandomi l'articolo «Non riesco a capire proprio come faccia!»
Presi il ritaglio che mostrava la foto di un giovane uomo, distrattamente sbarbato, con gli occhi chiusi e un violino in mano e cominciai a leggere il trafiletto:

"Questa sera lo spettacolare Richard Braker, il primo violinista cieco dell'Orchestra Reale di Londra e della storia, si esibirà al teatro di Sua Maestà davanti all'intero Consiglio del Parlamento ed eseguirà una suit della quinta sinfonia di Beethoven. I biglietti saranno in vendita fino all'inizio dello spettacolo."

«Mi sono preso la libertà di comprare due biglietti per noi e uno per sua moglie, dottore» riprese Holmes, sedendosi sulla poltrona dietro l'ampia scrivania ingombrata «Spero che lei e miss Morstan mi facciate il piacere di accompagnarmi»
Appoggiai il ritaglio di giornale e acconsentii «Sarà un piacere!»
«Vede, Watson, prima che lei mi interrompesse stavo cercando di capire come quel bravo ragazzo, trovato sul bordo di una via di Londra dal direttore del teatro, riesca a suonare in modo così aggraziato senza aver mai potuto degnare di uno sguardo il suo strumento.»

perché, come ribadisco, un cieco può suonare uno strumento musicale..e anche bene! Un cieco può persino tirare con l'arco... ^^
 
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0wn3r
view post Posted on 21/8/2010, 02:00     +1   -1




CITAZIONE (.:neko:. @ 18/8/2010, 18:53)
perché, come ribadisco, un cieco può suonare uno strumento musicale..e anche bene! Un cieco può persino tirare con l'arco... ^^

ma non fare centro xD
 
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.:neko:.
view post Posted on 21/8/2010, 05:51     +1   -1




CITAZIONE (0wn3r @ 21/8/2010, 03:00)
CITAZIONE (.:neko:. @ 18/8/2010, 18:53)
perché, come ribadisco, un cieco può suonare uno strumento musicale..e anche bene! Un cieco può persino tirare con l'arco... ^^

ma non fare centro xD

di questo, ti sbagli, e comunque anche lo stesso Holmes nei libri di Doyle suona ad occhi chiusi alcune volte quindi: si possono benissimo suonare degli strumenti anche se si è ciechi quindi questa ff un po' è sbagliata xD
 
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0wn3r
view post Posted on 21/8/2010, 15:16     +1   -1




? o.o e... come farebbe?

edit: non lo strumento, so che si puo' suonare anche da ciechi, basti pensare che i musicisti non guardano la tastiera mentre si esibiscono... mi riferisco all'arco ^^
 
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8 replies since 31/3/2010, 16:02   184 views
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