Eutanasia e testamento biologico

ROMA - Una legge sul testamento biologico si è resa necessaria contro "l'invadenza della magistratura". E' la convinzione del senatore Raffaele Calabrò, che è stato relatore al Senato del provvedimento dalla prossima settima all' esame dell'aula di Montecitorio. "Avremo potuto farne a meno se non ci fosse stata tutta una serie di avvenimenti dove la magistratura è entrata in maniera pesante - osserva il senatore del Pdl - nel momento in cui è una sentenza che decide cosa bisogna fare, se bisogna o meno continuare a tenere in vita una persona in stato vegetativo, allora ci si rende conto che è opportuno sistemare da un punto di vista legislativo il tema. Poi la magistratura dovrà applicare la legge".

Stefano Rodotà spiega le ragioni che lo hanno portato nei giorni scorsi a lanciare un appello contro la legge sul biotestamento che la prossima settimana approderà all'esame dell'aula della Camera. "Il dispotismo etico si ha quando con una legge si vuole imporre un punto di vista rispettabilissimo (cioé l' inviolabilità della vita) a chi invece ha punto di vista e culture diverse", spiega il giurista, ex parlamentare ed anche ex Garante per la privacy. "C'é il dispotismo etico - aggiunge - quando lo Stato si fa etico, vuole sostituire all'etica di ciascuno di noi e alla discussione pubblica, l'etica di Stato, imposta con norme di legge. E' vero - ragiona Rodotà - si dice che i parlamentari devono avere la possibilità di votare secondo coscienza, ma questa volta la coscienza di cui parliamo non è quella del deputato o del senatore, ma è quella di ciascuno di noi che non può essere violata da imposizioni esterne. Ricordiamoci che la Corte Costituzionale ha detto che esiste un diritto fondamentale all'autodeterminazione".